PADRE TITO BRANDSMA GIORNALISTA MARTIRE
cod.: 024 - Mini Biografie, I Libri
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La famiglia è la prima maestra nel coltivare la fede di Tito Brandsma ricevuta in dono nel
Battesimo. Il suo cristianesimo vissuto in maniera autentica, gli permette di raggiungere anche
traguardi nella vita sociale e nella cultura. Nonostante la autorevolezza raggiunta come professore,
si mantiene umile padre carmelitano obbediente al suo padre provinciale. La sua salute instabile non
lo ferma nel dedicarsi a chi ha bisogno. La coerenza del suo amore cristiano lo porta ad opporsi alla
dittatura nazista dopo l'invasione dell'Olanda da parte dei tedeschi. Il carcere e il campo di Dachau
con le loro miserie umane fanno fiorire in lui il più grande amore quello per il nemico nella serenità
di non temere niente e nessuno perché con lui c'è il Signore, è felice della sua precarietà, e la sua luce splende intorno a lui.
Battesimo. Il suo cristianesimo vissuto in maniera autentica, gli permette di raggiungere anche
traguardi nella vita sociale e nella cultura. Nonostante la autorevolezza raggiunta come professore,
si mantiene umile padre carmelitano obbediente al suo padre provinciale. La sua salute instabile non
lo ferma nel dedicarsi a chi ha bisogno. La coerenza del suo amore cristiano lo porta ad opporsi alla
dittatura nazista dopo l'invasione dell'Olanda da parte dei tedeschi. Il carcere e il campo di Dachau
con le loro miserie umane fanno fiorire in lui il più grande amore quello per il nemico nella serenità
di non temere niente e nessuno perché con lui c'è il Signore, è felice della sua precarietà, e la sua luce splende intorno a lui.
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Tutte le mattine, prima del lavoro, andavano alla Messa e la sera recitavano le preghiere tenendosi per mano, felici della giornata che il Signore aveva concesso.
Cinque di questi figlioli hanno indossato l’abito religioso, e fra questi il nostro Tito, in abito da carmelitano, il figliolo meno sorretto dalla salute, con un mal di stomaco che gli farà compagnia per tutta la vita, il più esile, il più intelligente, il più vivace e scherzoso. Nella buona famiglia il più buono. Era nato il 23-2-1881 col nome di Ananuc diventato poi Tito da religioso.
Da ragazzo amava la musica e la poesia, e la sua terra: “Noi amiamo con tenerezza la nostra terra e il nostro popolo. È motivo di profonda felicità essere frisoni”.
Spiegava che si pregava meglio nella lingua materna.
Fu uno dei primi a predicare in frisone, e quando ne ebbe il potere, ottenne che la sua lingua avesse un posto ufficiale accanto a quello della lingua olandese, dicendo che si può essere figli sinceri della Chiesa romana ed essere nello stesso tempo ottimi cittadini della terra scelta da Dio a nostra madre.
Cinque di questi figlioli hanno indossato l’abito religioso, e fra questi il nostro Tito, in abito da carmelitano, il figliolo meno sorretto dalla salute, con un mal di stomaco che gli farà compagnia per tutta la vita, il più esile, il più intelligente, il più vivace e scherzoso. Nella buona famiglia il più buono. Era nato il 23-2-1881 col nome di Ananuc diventato poi Tito da religioso.
Da ragazzo amava la musica e la poesia, e la sua terra: “Noi amiamo con tenerezza la nostra terra e il nostro popolo. È motivo di profonda felicità essere frisoni”.
Spiegava che si pregava meglio nella lingua materna.
Fu uno dei primi a predicare in frisone, e quando ne ebbe il potere, ottenne che la sua lingua avesse un posto ufficiale accanto a quello della lingua olandese, dicendo che si può essere figli sinceri della Chiesa romana ed essere nello stesso tempo ottimi cittadini della terra scelta da Dio a nostra madre.
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